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di Porzia Corradi

Speravano di avere un seggio parlamentare Donatella Tesei e Luca Coletto, ma la Lega li lascerà nei ruoli attuali. Le elezioni anticipate hanno giocato contro i loro desiderata. Per la Presidente poi il ritorno a Roma era apparso sin da subito molto complicato. Fanno parte entrambi della categoria dei trombati di lusso: restano infatti ad occupare ruoli di grande potere e prestigio. Il rimpasto in giunta, viste le conferme dei due ai loro posti, appare sempre meno probabile. Quanto al senatore Pillon non è un mistero che abbia cercato di essere candidato in Umbria, ma anche lui ha perso la scommessa. Dovrà arrampicarsi sugli specchi lombardi per ottenere un qualche collegio, ma la corsa leghista è affollatissima. Mucchio selvaggio. Il Carroccio non dovrebbe andare in regione oltre i due eletti: il primo è sicuramente Virginio Caparvi, per il secondo posto è in corso un’accesa bagarre fra Valeria Alessandrini, Luca Briziarelli e Riccardo Augusto Marchetti, incerti sino al giorno del giudizio finale. Vita spericolata.
Fratelli d’Italia, dei nove seggi umbri, spera di averne tre: il terzo se lo contende col Pd. I candidati vincenti potrebbero essere: Emanuele Prisco, Francesco Zaffini e Marco Squarta, il prediletto di Giorgia. Quest’ultimo lascerebbe libero lo scranno di Presidente del Consiglio regionale e la corsa per sostituirlo è in partenza.
Forza Italia prenderà un solo parlamentare e sarà Raffaele Nevi, il prescelto di Tajani, mission impossible per Fiammetta Modena, la cui riconferma è legata alla lotteria dei resti nazionali. Punterà a diventare sindaco di Perugia? E’ fra color che son sospesi. Non è un mistero che avrebbe voluto un seggio romano anche Andrea Romizi, il golden boy di Berlusconi, ma per lui la strada è sbarrata. Concorrerà in futuro alla Presidenza della Regione?
Sei dei nove seggi umbri andranno al centrodestra. Ne restano tre per il Pd. Sono certissimi: Anna Ascani, la pulzella di tutti i segretari, e Walter Verini – l’eterno ritorno veltroniano. Il terzo sarà – se ci sarà – il ternano Luca Rossi, il ripescato. E’ infatti già stato assessore regionale, parlamentare e, dopo un turno di riposo, ritorna in pista. L’ipotesi De Rebotti, ex sindaco di Narni, sembra invece accantonata dopo l’accordo fra Tommaso Bori e Marina Sereni. Quest’ultima si è resa protagonista di un curioso episodio: con una lettera da zia della patria, ha rinunciato alla candidatura non essendo più parlamentare dal 2018 e avendolo fatto per ben 17 anni, oltre dunque i limiti fissati. Ma comunque il suo è stato un beau geste visto il suo rapporto privilegiato con Dario Franceschini, il Richelieu del Nazareno.
Missione difficilissima per il calendiano Giacomo Leonelli. Per lui si prolungherebbe l’attesa di uno scranno romano. L’inafferrabile sogno.